9 novembre 2010

"L'ombra del vento" di Carlos Ruiz Zafòn

Non ci sono dubbi, è il libro più bello che io abbia mai letto fino ad ora. Perché c'è tutto, una storia appassionante e mai noiosa, intrighi coinvolgenti, una narrazione piacevole e soprattutto un lieto fine per nulla scontato. Sto parlando de "L'ombra del vento" di Carlos Ruiz Zafòn, ambientato nella Barcellona del 1945, quando il proprietario di una libreria porta suo figlio Daniel, allora undicenne, al Cimitero dei Libri Dimenticati, un posto dove si trovano libri ormai dimenticati e da cui il ragazzo decide di portare a casa "L'ombra del vento" di Julian Carax, un libro che cambierà la sua vita.


Daniel, infatti, ben presto viene a sapere che qualcuno ha distrutto ogni copia dei romanzi di Carax e che forse quella che è nelle sue mani è l'unica sopravvissuta. Per questo decide di mettersi alla ricerca di indizi per scoprire come mai c'è qualcuno che vuole distruggere ogni copia di un romanzo così bello. La ricerca della verità accompagna Daniel nella sua crescita e a mano a mano emergono particolari della vita di Carax spaventosamente simili alla sua vita.

Un libro che non può non essere letto, a confermarlo il fatto che il suo successo non è riconducibile a nessuna particolare promozione pubblicitaria ma solo ed esclusivamente al passaparola dei lettori.

"Ogni libro, ogni volume che vedi possiede un’anima, l’anima di chi lo ha scritto e l’anima di coloro che lo hanno letto, di chi ha vissuto e di chi ha sognato grazie a esso. Ogni volta che un libro cambia proprietario, ogni volta che un nuovo sguardo ne sfiora le pagine, il suo spirito acquista forza"

"Mi balenò in mente il pensiero che dietro ad ogni copertina si celasse un universo da esplorare e che, fuori di lì, la gente sprecasse il tempo ascoltando partite di calcio e sceneggiati alla radio, paga della propria mediocrità"

"Le parole che hanno avvelenato il cuore di un figlio, pronunciate per ignoranza o per meschinità, si sedimentano nella memoria e lasciano un marchio indelebile"

"I libri sono specchi: riflettono ciò che abbiamo dentro"

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